FRUTTA ACIDA: la tua colazione alcalinizzante.
La macedonia di Frutta acida è il piatto perfetto da abbinare al centrifugato di agrumi per ottenere una colazione alcalinizzante dalle proprietà detox ineguagliabili per intestino fegato e vie urinarie. Le cosiddette ceneri digestive di un cibo ci dicono se, durante la digestione, un alimento ingeneri una reazione metabolica che produca biochimicamente residui organici o inorganici alcalini o acidi in grado di alcalinizzare o acidificare l’ambiente ed i tessuti con i quali entrano in contatto. Per esempio, il catabolismo (degradazione) digestivo della frutta acida e del Limone – alimento pur molto acido per via dell’alto contenuto di Acido citrico organico, tuttavia facilmente metabolizzabile – produce scorie inorganiche alcaline ed alcalinizzanti. Il termine “ceneri” descrive genericamente quelle sostanze che restano dopo la digestione e l’assimilazione di un cibo, generalmente costituite da composti inorganici quali sali minerali basici o acidi; a mio avviso, vanno inclusi in questa categoria anche altri metaboliti in grado di influenzare il pH, come gli ossidi acidi (Ossiacidi) derivati dai gas intestinali e le basi inorganiche o organiche che sono quasi sempre acidificanti, in quanto molecole ioniche in grado di alterare l’equilibrio chimico-elettrico delle matrici biologiche. La frutta acida è può ripulire l’intestino innalzandone il pH grazie alle ceneri digestive alcaline, prodotte dalla digestione di frutta e verdura crude, che hanno la proprietà di sciogliere il muco inacidito sedimentato sulla parete intestinale che ostacola l’assorbimento dei nutrienti da parte dei villi intestinali e acidifica l’organo che lo ospita intossicando l’intero organismo. Di fondamentale importanza per l’innesco di questo processo virtuoso di detossicazione sono gli abbinamenti dei cibi, che devono rispettare la diversa natura basica o acida dei frutti per ottenere una conseguente digestione completa che dia come residuo ceneri alcaline, materiale digerito e non cataboliti acidi e/o acidificanti: questo aspetto nutrizionale riveste un ruolo primario nella metodologia alimentare di una dieta igienisticamente corretta (Ortotrofia) volta ad ottenere una digestione completa dell’alimento ingerito, con la totale metabolizzazione e assimilazione dei principi nutritivi alimentari, minimizzazione delle rimanenze indigerite e massimizzazione della produzione di ceneri alcaline con fisiologico effetto alcalinizzante diretto sulle cellule della parete intestinale. La vita delle nostre cellule i nostri tessuti ed organi bramano come l’ossigeno la proprietà alcalinizzante caratteristica del cibo VEGETALE CRUDO FRESCO MATURO e STAGIONALE!
* Un alimento “fuori stagione” sul banco dei prodotti in vendita ci dice che, nella migliore delle ipotesi, è stato importato mentre, nella peggiore, che è stato coltivato in serra, forzatamente, con l’uso di additivi alimentari chimici. Oppure, entrambe le possibilità: in questa situazione meglio digiunare allora! – Il fatto che un cibo sia importato, ad onor del vero, non ne pregiudica necessariamente né le qualità né la purezza. – La verdura e la frutta cresciute in maniera naturale presentano delle imperfezioni estetiche e della opacità esterna visibili d’acchito anche ad occhi profani: diffidate della perfezione e della lucentezza.
TUTTI I CIBI INDIGERITI PRODUCONO SOSTANZE ACIDE E/O ACIDIFICANTI NELL’INTESTINO, A CAUSA DELLA FERMENTAZIONE DEGLI ZUCCHERI E DELLA PUTREFAZIONE DELLE PROTEINE CHE CONTENGONO: entrambi sono da considerare processi fisiologici anomali – direi patologici – per la digestione umana, che non si accendono mai in un organismo sano che ne abbia eliminato le innaturali cause e sia biologicamente allineato con i comportamenti alimentari dell’individuo. Nel lungo intestino di una mucca la fermentazione batterica dell’erba brucata è normale. In quello corto di un leone la putrefazione della coscia divorata di un antilope sarebbe altrettanto prevista e prevedibile, se i suoi resti vi rimanessero per più tempo. NELL’INTESTINO DI UN UOMO FERMENTAZIONI ECCESSIVE E PUTREFAZIONI NON SONO FISIOLOGICHE! Perchè allora l’Uomo dovrebbe avere fermentazioni e putrefazioni se non è fatto per questo? Forse è un essere vivente contrario a vivere – unico caso di tutto il regno animale che infrange le regole biologiche della Natura – OPPURE, IN MANIERA INCONSAPEVOLE ED INGANNEVOLE, SBAGLIA IL CIBO CHE MANGIA? Anche per questo motivo l’obiettivo primario da porsi è quello di avere digestioni facili e COMPLETE!
FRUTTA ACIDA: la tua colazione alcalinizzante.
Mangio la Macedonia di Frutta Acida a giorni alterni, la mattina a colazione, dopo aver bevuto il Succo di Agrumi e prima di prendere una tazza calda di Tè verde rigorosamente biologico e preferibilmente sfuso.
Ingredienti di una macedonia di frutta acida per 2 persone:
- 1 Mela (Verde preferibilmente)
- 4 Kiwi oppure 15/20 chicci di Uva (in base alla stagione)
- Menta piperita fresca (in Primavera/Estate)
Preparazione della macedonia di frutta acida.
Lavate la Mela sotto l’acqua corrente accuratamente, NON sbucciatela, mi raccomando. Lavate l’Uva o sbucciate i Kiwi. Con un coltello che abbia preferibilmente la lama in porcellana per ritardare l’ossidazione degli alimenti, dividete la Mela in 4 parti uguali, privatela del picciolo dei semi e del torsolo; direttamente in due ciotoline, ripartendo equamente le dosi, tagliatela a pezzettini. Separate gli acini dell’Uva dal graspo e dividete il chicco in due parti direttamente nelle scodelle. Se usate i Kiwi al posto dell’uva fate lo stesso. Aggiungete foglie di Menta in quantità, tagliate finemente. Mescolate e la macedonia di frutta acida è servita!.
Frutta acida, semiacida e dolce.
Secondo le tabelle in circolazione, un cibo viene catalogato acido neutro o alcalino se, in base alla scala del pH, trovandosi allo stato integrale crudo (frutta verdura carne pesce) oppure ad uno stadio processato, cotto o raffinato, e confezionato, presenti una prevalenza di componenti con pH acido, neutro oppure alcalino: questa valutazione si riferisce ad alimenti prima che vengano digeriti, non prendendo in considerazione né la proprietà acidificante né quella alcalinizzante che, invece, ritengo siano le indicazioni più importanti per stabilire il reale valore nutrizionale e la salubrità di un alimento che non si limitino alla somma aritmetica delle calorie o alla pedissequa enunciazione dei minerali. Tra il cibo e le analisi di laboratorio c’è sempre di mezzo un fattore umano non trascurabile che si chiama digestione e gli enzimi che la fanno. Inoltre, la combinazione di alimenti agisce in maniera sinergica esattamente come le relazioni biochimiche dei principi attivi contenuti nel cibo stesso. Perciò, il risultato dell’assunzione di cibo non può essere previsto con la semplice valutazione della somma dei nutrienti di un ingrediente e dei diversi cibi che compongono un piatto, perché l’effetto funzionale sul sistema dell’Essere Umano è differente da quello potenziale dei singoli componenti. L’alimentazione è olisticamente funzionale. Si trovano in Natura alimenti costituiti in prevalenza da sostanze organiche con pH acido – vedi il Limone – che una volta metabolizzate lasciano sul terreno sostanze inorganiche (ceneri) basiche che lo alcalinizzano. Esistono inoltre sostanze inorganiche basiche ma acidificanti (Ammoniaca), oppure organiche con struttura decisamente alcalina – come le Purine di origine alimentare – che in fase digestiva producono composti acidi ed acidificanti: le basi puriniche contenute nelle carni e nei legumi durante la digestione vengono degradate in una sostanza organica non più metabolizzabile dall’uomo come l’Acido urico esogeno proveniente appunto dalla dieta, un residuo metabolico che ha un potere e un’azione fortemente acidificanti su tessuti ed organi. Quindi, non è assolutamente detto che un cibo complessivamente alcalino in partenza mantenga il suo pH basico originale durante la digestione e alla fine di essa, e/o rilasci ceneri o generi metaboliti che abbiano un effetto alcalinizzante. Per esempio, la digestione delle proteine della carne e del pesce porta alla formazione, oltre che di Acido urico, anche di metaboliti organici chiamati Ammine come Putrescina e Cadaverina – mefitiche sostanze derivate dalla putrefazione intestinale delle proteine animali messa in atto dai batteri anaerobi presenti perlopiù nel colon – e metaboliti inorganici come l’Ammoniaca: entrambe sono sostanze azotate sì basiche ma altamente tossiche irritanti e corrosive perciò acidificanti. L’Ammoniaca è un catabolita tossico derivante dalla demolizione di composti a base di azoto, come le proteine appunto – tutte, anche quelle vegetali: è generata, oltre che dal metabolismo degli amminoacidi, anche da quello dei batteri anaerobi “cattivi” presenti da sempre nell’intestino umano. L’Ammoniaca prodotta dalla flora microbica durante il processo putrefattivo delle proteine indigerite è anomala patologica velenosa irritante corrosiva e acidificante per la mucosa enterica le cellule epiteliali e tutti i tessuti del colon. L’Ammoniaca che viene assorbita dal sangue, per fortuna, viene intercettata dal fegato che provvede a neutralizzarla convertendola immediatamente in Urea, riversata nuovamente nel sangue, filtrata dai reni ed escreta con le urine: questo è un fondamentale sistema, definibile come tampone, in grado di mantenere stabile il pH del sangue ed evitare l’instaurarsi di uno stato di alcalosi metabolica del plasma, una condizione di alterazione omeostatica del pH ematico – per essere precisi, plasmatico – che può pregiudicare la sopravvivenza stessa dell’individuo. La scala di misurazione del pH va da 0 a 14, dal livello di acidità assoluta rappresentato dallo zero si sale fino a quello più alcalino di 14, dove 7 sta per la neutralità tipica dell’acqua pura priva di sali e deionizzata: acqua distillata.
La frutta si divide in base al pH in 3 gruppi:
Frutta acida (alcalinizzante):
- Limone
- Lime
- Pompelmo rosa/giallo (inverno-primavera)
- Arancia (autunno-inverno)
- Mandarino (autunno-inverno)
- Kiwi (inverno-primavera)
- Ananas
- Melograno (autunno)
- Mela verde (o gialla tipo Renetta)
- Fragola (primavera-estate)
- Pomodoro *
Frutta semiacida (alcalinizzante):
- Mela (di varietà generalmente gialle e rosse)
- Pera (autunno-inverno)
- Uva gialla/rossa/nera (autunno)
- Fichi d’India (estate)
- Pesca (primavera-estate)
- Albicocca
- Ciliege
- Papaia
- Mango
- More
- Lamponi
- Ribes
Frutta dolce (alcalinizzante):
- Banana
- Fichi
- Cachi
- Fichi secchi
- Albicocche essiccate
- Datteri
- Uva passa (Uvetta)
* Frutta semiacida (acidificante):
- Prugna
- Susina
- Mirtilli
* I Mirtilli – in base alle informazioni raccolte sin qui nel corso dei miei approfondimenti – nonostante contengano una buona dose di potassio ed abbiano un residuo inorganico alcalino, presentano anche molti acidi organici non metabolizzabili dall’uomo che passano nell’urina e acidificano i tessuti in cui si depositano, esattamente come avviene per la digestione delle Susine e delle Prugne.
* Il Pomodoro, comunemente considerato un ortaggio, in realtà botanicamente viene classificato come fosse un frutto, vista la presenza di semi al suo interno; dal punto di vista che più ci interessa, quello digestivo, il pomodoro ha enzimi autodigestivi acidi che catalizzano le reazioni chimiche dando come residui elementi inorganici alcalini ed alcalinizzanti, proprio come se fosse un’Arancia.
Le combinazioni di frutta acida e acidula per una macedonia digeribile:
- Mela Ananas e Papaia contengono enzimi antifermentativi (rispettivamente enzimi Pectasi e Pectinasi, Bromelina e Papaina) che permettono a questi frutti acidi e semiacidi di venire associati contemporaneamente nel pranzo con la totalità del cibo, compresa la frutta dolce, senza controindicazioni. In virtù di questa proprietà combinatoria universale e della facile digeribilità, mela ananas e papaia non ostacolano il processo digestivo degli altri alimenti, anzi, spesso lo agevolano grazie all’elevata carica enzimatica di cui dispongono, poiché prestano enzimi alla digestione degli altri cibi ingeriti contemporaneamente;
- Ananas e Papaia forniscono dal loro bagaglio enzimatico enzimi sostitutivi delle Proteasi acide (Pepsina) e alcaline (Tripsina) per la digestione delle proteine: infatti, molti nutrizionisti consigliano questi due frutti come coadiuvanti per pranzi proteici. Secondo me ci sono combinazioni più salutari… Anche il Kiwi ha enzimi proteolitici, ma non ha una varietà enzimatica tale da conferirgli le proprietà antifermentative che hanno Mela Ananas e Papaia;
- mentre la Mela fornisce gli enzimi Pectasi e Pectinasi in grado di aiutare la degradazione dei carboidrati polisaccaridi della frutta e il lavoro degli enzimi Amilasi nella digestione degli amidi;
- gli enzimi alimentari Pectasi e Pectinasi contenuti nella Mela (si trovano anche, in quantità progressivamente inferiori, nelle pere e nelle albicocche) vengono prodotti dal frutto stesso in fase di maturazione per idrolizzare e ammorbidire la Pectina, che costituisce il legame colloidale tra le cellule del frutto, degradando le sue molecole complesse in molecole più semplici di oligosaccaridi di più facile digeribilità. L’azione di questi enzimi è il motivo per cui il frutto perde di consistenza e si intenerisce durante il processo di maturazione. La Pectina è un carboidrato polissacaride indigeribile e solubile in acqua: come tale, catalogato tra le fibre idrosolubili. Si tratta di un carboidrato per il quale l’Uomo non è in grado di produrre gli enzimi adatti a digerirlo: rimanendo integralmente presente nella buccia del frutto maturo, la Pectina sarà soggetta ad una digestione parziale che porterà alla formazione finale nell’intestino di un gel dalle modeste proprietà chelanti di metalli pesanti;
- una ricerca condotta da medici e ricercatori cinesi dell’Università di Xi’an, divulgata nel 2013, ha dimostrato come gli oligosaccaridi (fruttani a catena corta) ottenuti dalla degradazione, tramite l’enzima naturale Pectinasi della mela, degli zuccheri polisaccaridi (deduco si tratti anche delle Pectine) presenti nelle mele essiccate, una volta aggiunti alla coltura tumorale di un colon uomano in vitro, abbiano ucciso fino al 46% delle cellule cancerose e cancerogene: meglio del farmaco chemioterapico più efficace con il quale si stavano confrontando e, aggiungo, senza effetti collaterali tossici trattandosi di un antitumorale organico! Un altro buon motivo per mangiare mele, mature però, vista la maggiore concentrazione ed attività di tali enzimi;
- la Frutta acida ha enzimi alimentari acidi che si attivano per l’autodigestione dei cibi probabilmente con il calore nella bocca e continuano il processo avviato con la masticazione nel tubo digerente, completando per buona parte il lavoro di predigestione già nella sezione superiore dello stomaco chiamata cardias; la Frutta dolce ha enzimi alimentari che svolgono analoghe funzioni: sono però enzimi alcalini;
- la Frutta acida va consumata da sola o associata con altra frutta acida o semiacida/acidula, mai con la frutta dolce, altrimenti gli enzimi alimentari acidi si elideranno a vicenda con quelli alcalini contenuti nei frutti dolci, rendendo parziale la digestione del cibo e certa la sua fermentazione indesiderata nell’intestino. L’Arancia si può considerare un frutto a cavallo tra la frutta acida e quella acidula;
- la Frutta dolce può essere combinata con quella parimenti dolce o semiacida, NON con quella Acida!
- i frutti dell’Anguria e del Melone contengono Enzimi fermentativi e, perciò, NON sono combinabili con altri alimenti, ma vanno consumati obbligatoriamente da soli: se mangiati con altri cibi, anche con frutta definibile come affine, sarebbero causa certa di fermentazioni intestinali e diverrebbero alquanto indigesti;
- certamente la Mela verde ha più enzimi alimentari acidi della Mela gialla, che ne ha di più – generalmente – della Mela rossa, la quale si può classificare come il genere più dolce di questo frutto. In virtù delle caratteristiche antifermentative della Mela diventa superflua questa distinzione, che è più accademica che pratica. La Mela va bene con tutto, come una camicia bianca.
Questa proposta dietetica è un’idea da prendere come spunto per realizzare una macedonia di frutta acida che abbia proprietà alcalinizzanti detox, non è essenziale rispettarne alla lettera gli ingredienti anche se, a mio giudizio, dopo varie prove ritengo che quello consigliato sia un abbinamento ottimale. METTETE SEMPRE LA MELA! Al posto del Kiwi o dell’Uva, qualora non siano reperibili o non vi piacciano, potete usare un frutto a scelta tra quelli sopra elencati all’interno delle voci “frutta acida” e “frutta semiacida”, cercando sempre di preferire la frutta di stagione a quella coltivata in serra.
MANGIATE LA FRUTTA MATURA: la maturità dell’alimento è indice della massima vitalità biochimica degli enzimi alimentari presenti, a garanzia di una predigestione veloce per buona parte dei nutrienti del frutto stesso. NON mangiate il frutto marcio o le sue parti marcite!
Il mio consiglio generale è quello di scegliere i cibi in relazione alle loro prerogative alcalinizzanti e di combinarli nel pasto con alimenti del solito tipo ed affini, che abbiano enzimi alimentari simili e richiamino in funzione i soliti enzimi digestivi; NON pasticciateli e preferite sempre la crudità, così da avere digestioni complete omogenee e veloci, evitando fermentazioni intestinali. Mangiate la Frutta a stomaco vuoto. Nelle macedonie meglio non utilizzare più di tre tipi di frutta diversi. Fidatevi delle intuizioni accese dalla personalissima esperienza digestiva di ognuno di voi e riprovatele.
* La macedonia di Frutta acida e il Succo di Agrumi sono un abbinamento per la colazione.
Coming soon!
A breve pubblicherò il mio schema nutrizionale settimanale per una corretta pratica della dieta detox alcalinizzante che io stesso sto seguendo da anni. Il documento sarà scaricabile gratuitamente in formato pdf dal sito “Verde su Bianco – il blog per chi vuole cambiare” per tutti i lettori interessati alla consultazione. A presto! E buona digestione…
– Pino di Aleppo –
PRONTA IN 10 MINUTI! E tu, non hai 10 minuti per la tua salute?
Articolo molto dettagliato! grazie!
Grazie Sig. Pino di Aleppo per la condivisione. Quanto letto mi da anche conferma del fatto che il nostro corpo e’ in grado di riconoscere cio’ che ci/gli fa e va bene; e questo avviene ogniqualvolta noi stessi decidiamo di mangiare con consapevolezza gli alimenti che abbiamo a disposizione, ascolta i segnali che il nostro corpo rilascia durante tutto il processo: dall’assunzione alla digestione. Grazie. Simone
Gent. mo di Aleppo
La ringrazio del Suo articolo che mi sta chiarendo cose su cui mi scervello da quando ho letto (e seguito) il libro LA DIETA ANTI ACIDA del dr. Imam,
Ho bisogno di un’alimentazione che mi aiuti nella realizzazione di un progtto lavortivo e culturale appassionnate e non facile..
Oltretutto Lei scrive bene.
Codialissimamente
Grazie Ottavio.
Il cibo è uno dei pilastri del benessere. Forse il più importante, se si sceglie cosa mangiare per amore di se stessi.
Gent. Pino,
ho letto con piacere ed interesse tutte le tue relazioni in merito all’argomento. Mi è rimasto un dubbio di interpretazione che ti chiedo di illuminarmi: quando parli di ammoniaca esogena prodotta nell’intestazione dal catabolismo proteico, essa è di natura fortemente basica pertanto corrosiva, tossica e per fortuna tamponata dal fegato per evitare un’alcalosi metabolica. Fin qui ho capito bene? Non capisco il punto in cui dici anche che è acidificante per le mucose intestinali, le cellule epiteliali ecc.
Una sostanza basica può essere acidificante? In che senso? Crea acidità? Per via forse di un eccesso dell’effetto tampone? nella mia testa una sostanza acida è acidificante non basica.
Quale meccanismo chimico o tuo ragionamento mi è sfuggito? Dove sbaglio a capire?
Perdona la prolissità e pignoleria, ma era per completamento del tuo esposto. Grazie e ancora complimenti. Gigi.
Salve Gigi.
Dalla catabolizzazione delle proteine dei cibi e da quelle derivanti dal rinnovo cellulare si hanno amminoacidi e purine. I 2/3 del fabbisogno proteico dell’organismo vengono ricavati dalla degradazione delle proteine endogene che vengono scomposte per riutilizzarne biologicamente i costituenti nel processo di proteosintesi di nuove basi azotate, molecole amminoacidiche e proteiche e cellule del corpo in un contesto di costante reset cellulare e metabolico. Le purine adenina e guanina sono le basi azotate puriniche che costruiscono gli acidi nucleici. Ma anche le poliammine concorrono alla strutturazione elicoidale delle macromolecole polimeriche di DNA. Diciamo che il corpo basta a se stesso. La rimanente frazione è soddisfatta dall’apporto nutritivo di proteine alimentari. Tutto quello che supera la richiesta proteica dell’organismo non è metabolizzabile. Della proteina, difatti, viene ossidato a scopo energetico solo quello che si può, ovvero lo scheletro carbonioso. La parte amminica degli amminoacidi, l’ammoniaca, contiene azoto che non può essere ossidato in quanto gas inerte. L’ammoniaca è una sostanza fortemente basica e corrosiva, capace di bloccare il rilascio dell’ossigeno da parte dell’emoglobina dei globuli rossi innalzando il pH del sangue; non è metabolizzabile né a scopo energetico nell’immediato né trasformabile in riserva, in quanto catabolita privo di energia. Perciò, il corpo sintetizza amminoacidi solo in caso di effettiva necessità anabolica, dato che l’ammoniaca libera è tossica e un eccesso amminoacidico purinico dietetico può alimentare sovracrescite tumorali e neoformazioni cancerose come meccanismo di difesa fisiologico per sottrarre ammoniaca dalla circolazione in un quadro di overdose tossiemica. L’ammoniaca esogena proveniente dalla digestione e dalla putrefazione del cibo proteico ad opera dei batteri del colon è pericolosa se eccede la domanda proteica dell’organismo. L’ammoniaca endogena e quella esogena sono degradate in ione ommonio e acido urico dal fegato. Il catione ammonio è neutralizzato dagli epatociti che lo legano con l’acido carbonico per formare una sostanza solubile trasportabile ai reni detta urea. I reni provvedono a espellerla attraverso le vie urinarie con l’urina. Si tratta di un sistema tampone conosciuto col nome di Ciclo della Urea. Il corpo tollera solo una data quantità di ammoniaca compresa all’interno della soglia che fisiologicamente può trasformare in urea. Le molecole di acido urico invece vengono neutralizzate dai minerali della cosiddetta riserva alcalina in sali chiamati urati e isolate in questo modo. Più le sostanze che introduciamo col cibo sono biodisponibili, meno metaboliti tossici esogeni produciamo. Adattamenti omeostatici come il ciclo della urea rimarranno così dentro una soglia fisiologica di correzione. Sono da considerare riequilibrazioni digestive dell’organo intestinale all’introduzione di sostanze NON-SELF, tutte le proliferazioni di batteri putrefattivi e fermentativi, il fenomeno della disbiosi che si ha in seguito alla mancata digestione di proteine animali e di carboidrati: la putrefazione che forma metaboliti gassosi velenosi come il solfuro di idrogeno, poliammine quali cadaverina e putrescina, ammoniaca e acido urico; le fermentazioni che producono gli acidi lattico propionico e acetico, gas tossici quali metano e anidride carbonica. Più il cibo è facilmente e completamente digeribile e meno scarti produce, escluse le fibre che meritano un discorso a parte, più è sano. Per essere assimilabile un nutriente si deve trovare nell’alimento in forma semplice, biocompatibile organica o organicata. Macromolecole complesse difficili da catabolizzare per essere poi utilizzate dall’organismo solo in parte con produzione di cataboliti da neutralizzare ed espellere perché non metabolizzabili e quindi tossici, richiedono un dispendio di energie metaboliche superiore al guadagno. Si definiscono NON-SELF le sostanze non riutilizzabili nel ciclo biologico di trasformazione della materia organica umana. La mancata metabolizzazione della ammoniaca, che la rende estranea e patogena, causa una irritazione della mucosa che genera una risposta infiammatoria da parte del sistema immunitario. Le molecole di ammoniaca sono antigeni e come tali vengono attaccate dai linfociti fagocitari con produzione di radicali liberi che causano, a cascata, stress ossidativo che porta ad una acidificazione tissutale e, se cronicizzato, ad una metabolica su scala sistemica. Ricordo che la carne è un composto basico ma acidificante, come il limone è acido ma alcalinizzante. Di mezzo c’è sempre il fattore Uomo e la sua relazione col mondo che passa attraverso l’elaborazione delle informazioni contenute nella matrice esterna, in questo caso sotto forma di cibo. Quello che si deve valutare è la biocompatibilità dell’alimento nel suo complesso nutrizionale funzionale rispetto alla macchina biologica umana. Tutte le molecole Non-Self sono acidificanti perché stimolano un metabolismo ossidativo che sottrae elettroni all’organismo.
Come la si mette con le pubblicazioni di Pubmed che condannano gli agrumi come portatori di putrescina addirittura al di sopra della carne? Informazione poi usata per delegittimare Valdo Vaccaro.
Come va presa questa notizia che poi sembra avere il crisma di uno stretto rigore scientifico, essendo, come riferito, Pubmed la Bibbia della medicina.
Cordialmente
Non leggerei le veline di farmaindustria che confondono, meccanicisticamente e più o meno volontariamente, il fruttosio naturale con quello industriale solo perché hanno la stessa formula chimica. La scienza ufficiale disinforma anche al riguardo dell’acido ascorbico o vitamina C. Seguendo tale ragionamento riduzionista, da cui anche nomi illustri come il Prof. Berrino non si sono ancora completamente affrancati, come dice PubMed – la cosiddetta bibbia medico-scientifica – non si dovrebbe mangiare la frutta acida, ma neanche l’ananas e le banane, solanacee come i pomodori le patate i peperoni le melanzane, crucifere come il cavolfiore e i broccoli perché contengono putrescina. Stesso discorso per la solanina. Secondo questi parrucconi soloni le arance i pompelmi i mandarini i pomodori i kiwi – i frutti del Sole! – sono fino a trenta volte più cancerogeni della carne rossa. Suvvia. Il pensiero della Natura è complesso e perfetto, una compagine di elementi vitali, fatto di relazioni ed equilibri. Non si possono ridurre tali coordinazione e cooperazione mantenendone la perfezione, ma solo osservarne olisticamente il miracolo. Se affermo che la putrescina nel succo d’arancia si trova in compagnia di vitamine (vitamina C su tutte), polifenoli come i flavonoidi (antocianine), sali minerali organicati, glucosio e fruttosio, acqua distillata, carotenoidi come pro-vitamina A (betacarotene) e licopene, alcalinizzanti ed elettrolitici come l’acido citrico, vedi la Luna o guardi il dito?