CLOROFILLA | La molecola vegetale che ossigena il sangue.
Clorofilla, linfa delle maestose sequoie Redwood della California, sangue verde dell’erba che cresce spontanea nel campo sulla collina di fronte a casa mia e di quel radicchio selvatico che raccolgo e mangio con confidenza affidandomi più all’istinto e all’intuito che ad una sapienza che in questo caso non ho. Solo poco tempo fa ho scoperto la sua identità tassonomica e le sue proprietà: si chiama Crespigno, una via di mezzo spinosa e ruvida tra il tarassaco e un’insalata di foggia riccia, dal sapore erbaceo e dagli effetti disintossicante diuretico e coleretico (stimola la ghiandola del fegato a secernere la bile), ricco di sali minerali. Il crespigno, come anche tutte le verdure a foglia verde coltivate organicamente, contiene molecole di quel minerale Cobalto di cui si serve la flora microbica “buona” che colonizza i tessuti alcalini di bocca gola esofago e intestino, per sintetizzare la discussa Vitamina B12! Credo siano responsabili del processo di sintesi vitaminico i batteri aerobi, anche se è pur vero che differentemente dalle altre vitamine la B12 viene assorbita nella parte terminale dell’intestino tenue chiamata ileo in prossimità del colon dove scarseggia l’ossigeno e prolificano i batteri anaerobi: potrei perciò sbagliarmi. D’altra parte, non è poi così strano che la sintesi di sostanze organiche chiamate “vitamine” avvenga nel corpo umano, visto che già una piccola percentuale della Vitamina K presente nell’organismo non è ricavata dagli alimenti, ma sintetizzata dalla flora microbica anaerobia del colon. Ma dicevo, la clorofilla…
CLOROFILLA | La molecola vegetale che ossigena il sangue.
La Clorofilla è un miracolo vegetativo che si ripete uguale a tutte le longitudini e latitudini in entrambi gli emisferi terrestri: un chicco, il seme, nato in un frutto, trasportato dai venti, depositato sul terreno con le feci di animali terricoli e con il guano di uccelli e pipistrelli, germina e germoglia in terra con le piogge e cresce grazie all’anidride carbonica presente nell’aria e disciolta nell’acqua che lo toccano e all’energia della luce del Sole che lo scalda e illumina. Una volta anche l’uomo era parte di questo ciclo o cerchio vitale e da buon raccoglitore era anche un buon inseminatore inconsapevole: faceva i propri bisogni corporali all’aperto nei campi dopo una scorpacciata di ciliege o di fichi.
I pigmenti vegetali sono fitonutrienti con proprietà antiossidanti e nutritizie fondamentali per il metabolismo degli organismi animali che se ne cibano. Queste molecole organiche colorate servono alla pianta per captare e assorbire le diverse lunghezze d’onda della radiazione della luce; ovviamente, stanno soprattutto nella parte esterna della pianta: fiori frutti e foglie, dove svolgono al meglio i compiti principali per cui esistono.
- Funzione fotosintetica:
- Clorofilla (leggi poi);
- Carotenoidi: sono le molecole di origine vegetale con spiccate proprietà antiossidanti che partecipano alla fotosintesi assorbendo anche le lunghezze d’onda responsabili della colorazione verde che, invece, non reagiscono con il pigmento clorofilliano da cui vengono infatti riflesse. I Carotenoidi si dividono in molecole di Betacarotene, responsabile del colore arancio delle Carote della Zucca e del giallo dei Peperoni, e di Licopene – come il betacarotene è un pigmento liposolubile, quindi solubile nell’olio di oliva 😉 – ed eccezionale neutralizzatore di Radicali liberi a cui si deve, tra l’altro, il colore rosso di Pomodori Ciliege e Melograno.
- Funzione di segnalazione:
- gli Antociani o le Antocianine sono dei pigmenti antiossidanti polifenolici appartenenti alla classe dei Flavonoidi che si ritrovano nei Pomodori nei Peperoncini e nelle Arance – in concentrazioni maggiori nella varietà detta “sanguinella” e in tutte quelle che si presentano con la polpa di colore rosso scuro, violaceo e quasi blu; servono per attrarre insetti impollinatori, animali erbivori e uccelli che ne disperdano i semi.
La Clorofilla è una molecola complessa e organica, in quanto contiene atomi di carbonio, che ha caratteristiche proteiche e costituisce il pigmento di tutte le foglie, in particolare di quelle che appaiono verdi. La Clorofilla è la principale sostanza vegetale che serve alle piante per catturare l’energia del Sole ed assorbirne quella necessaria ad effettuare la fotosintesi clorofilliana. La Clorofilla è un miracolo della biotecnologia energetica naturale! Le piante non sono in grado di assorbire tutta la luce bianca del Sole ma solo delle parti di essa: quelle frequenze che non riescono a catturare o che assorbono solo in parte le riflettono. Infatti, la Clorofilla è verde perchè il composto che la costituisce non assorbe ma riflette quella certa radiazione elettromagnetica che compone lo spettro luminoso ottico – cioè visibile all’occhio umano – corrispondente esattamente alla frequenza che è causa specifica del colore verde, mentre riesce ad assorbire le radiazioni responsabili dei colori rosso arancio blu e violetto. Altri pigmenti fotosintetici come i Carotenoidi riflettono altresì le frequenze delle luci rossa arancio e gialla, come nel caso delle carote, mentre assorbono la luce blu, violetto e verde. Altri pigmenti dedicati alla segnalazione tipo le Antocianine respingono il rosso scuro il blu e il viola: è questo il caso delle Melanzane.
La banda elettromagnetica che il nostro occhio può vedere è composta da diversi colori che vanno dal colore rosso al violetto, i quali insieme formano la luce bianca solare; l’occhio umano non riesce a vedere onde a frequenze più basse o più alte.
Perché metabolizziamo i MINERALI INORGANICI grazie alla CLOROFILLA?
La Fotosintesi è il processo inverso alla Respirazione: vengono creati Glucidi contro la loro distruzione, ha come prodotto di scarto Ossigeno anziché Anidride carbonica, utilizza Acqua invece di produrla, utilizza Energia e non la crea, sintetizza e non degrada i composti come invece fa il catabolismo ossidativo della respirazione. La Fotosintesi Clorofilliana è un processo anabolico in cui si sintetizzano sostanze organiche da composti inorganici – quali sono i minerali e i gas – per produrre micronutrienti come le vitamine e macronutrienti, soprattutto carboidrati, necessari a nutrire la pianta; solo le piante lo sanno fare, nessun animale è in grado di farlo.
Durante la fotosintesi i Minerali inorganici presenti nel terreno sotto forma di Sali vengono assorbiti dalla pianta con l’Acqua in cui sono disciolti attraverso le radici e organicati mediante processi di sintesi in composti vitali come sono le molecole organiche di Vitamine Carotenoidi e Polifenoli (Micronutrienti), le molecole semplici degli Zuccheri e le molecole polimeriche organicamente più complicate formate da macromolecole di Carboidrati complessi Amminoacidi Proteine e Grassi (Macronutrienti). Questa organicità fa dell’alimento vegetale un milieu biochimico programmato per la metabolizzazione catabolica da parte degli organismi animali, la produzione di energia e la vita umana, dove ogni elemento fa la sua fondamentale parte e i minerali diventano non solo assorbibili ma costituenti fondamentali delle cellule e partecipanti a tutti i processi vitali e alle reazioni biochimiche. Niente in Natura è biologicamente superfluo. In questo contesto rientra l’assorbimento dei minerali da parte dell’essere umano: se assunti con la dieta al di fuori del tessuto biologico alimentare appena enunciato fatto di sofisticatissime reazioni e relazioni biochimiche ed elettriche che sono irriproducibili sia artificialmente in laboratorio (vedi integratori) sia naturalmente per via metabolica da altri esseri viventi (vedi cibi di origine animale) che non appartengano al regno vegetale, i minerali restano inorganici e non metabolizzabili, non adatti alla vita umana, si depositano nell’organismo e nel tempo lo intasano, diventando l’origine di disfunzioni fisiologiche, intossicazioni e flogosi, poiché l’organismo li riconosce come elementi estranei no self. Solo i minerali organicati possono essere completamente metabolizzati. Cominciamo perciò a bere acqua minerale con un basso residuo fisso, meglio ancora sarebbe bere solo l’Acqua biologica dei succhi freschi di frutta e verdura dove i minerali sono organicati, oppure Acqua distillata (quella piovana non acida e quella alimentare che si trova in commercio o si ricava attraverso appositi macchinari), proprio per evitare di aggravare un ingolfamento di sostanze tossiche che inconsapevolmente o no, passivamente o no, in questa vita moderna si insinua dal mondo esterno nei meccanismi fisiologici della macchina biologica umana direttamente attraverso la dieta l’ambiente inquinato i farmaci e i vaccini, o indirettamente a causa di una vita sedentaria, di malesseri esistenziali e psiche malata che producono pensieri afflittivi: abitudini e comportamenti che si possono definire a pieno titolo tossici e nocivi. Per risaltare l’importanza in ambito nutrizionale di questo aspetto di bio-tecnologia naturale – mi viene da definirla “divina” tanto è vitale – va sottolineato che non esiste un predatore carnivoro nel mondo terrestre che si cibi istintivamente di un altro carnivoro: le sue prede, difatti, sono erbivore, sempre! Non c’è animale carnivoro che si cibi direttamente di vegetali, evidentemente. Perciò, delle due una. E basta con questa farsa dell’Uomo onnivoro! Se fossi un novello biologo e guardassi al Ciclo del Carbonio e a quello dell’Azoto come alla favola di Pollicino, seguendo le tracce delle molecole di cibo lungo tutta la catena alimentare, forse mi ritroverei a camminare sulla strada di casa che porta all’identità alimentare umana: l’Uomo non è in grado di metabolizzare correttamente le sostanze contenute in un organismo animale, anche se erbivoro, ed estrarne i principi nutritivi – siano Micronutrienti (Vitamine, Sali minerali) o Macronutrienti (Carboidrati, Proteine e Grassi) – necessari a produrre l’energia che serve alle proprie cellule per vivere. Ognuno in Natura, all’interno del ciclo vitale degli elementi, ha la sua collocazione e quella del genere umano non è tra i carnivori predatori! Ciò non significa che si sia prede, infatti esistono sia erbivori, come rinoceronte elefante ippopotamo, sia frugivori, come il gorilla, che non lo sono per niente.
Il cibo che mangiamo è devitalizzato devitaminizzato demineralizzato e tossico perché si usano pesticidi che denaturano vitamine enzimi e condizionano lo sviluppo cellulare della pianta intossicandola; non si fa agricoltura organica ma chimica, non si pratica più la rotazione delle colture e il sovescio impoverendo la terra di minerali, da cui deriva una infertilità che gli agronomi risolvono con l’impiego massivo di fertilizzanti chimici e non con ammendanti naturali come le salubrità alimentare e agricola richiederebbero. Le Leguminose come fava, erba medica e trifoglio sono addirittura in grado di fissare l’azoto dell’aria grazie a dei batteri simbionti che vivono nelle loro radici in una simbiosi mutualistica che rimineralizza il terreno migliorandone la fertilità e aiutando la crescita stessa della pianta leguminosa che utilizza l’azoto fissato per la sintesi delle proprie proteine. Difatti le Leguminose sono usate – sempre più raramente purtroppo – per praticare il sovescio.
L’Azoto nel terreno è dipendente dalla mineralizzazione di quello contenuto in composti organici derivati dalla decomposizione della biomassa per opera di microrganismi batterici e dalla degradazione di quello derivante dalla organicazione fatta dal metabolismo dei batteri fissatori presenti nel suolo che catturano l’azoto molecolare dall’aria per costruire le proprie macromolecole di amminoacidi e proteine: durante questo processo anabolico di sintesi questi batteri rilasciano la parte inutilizzata dell’azoto nella terra sotto forma di ammoniaca che, andando in soluzione nell’acqua del suolo e combinandosi con essa, dà vita a ioni di ammonio che altri microrganismi trasformano in nitrati che le radici delle piante possono finalmente assorbire. Infatti, le piante possono assimilare l’azoto inorganico minerale ma non quello molecolare aereo come fanno i batteri o quello organicato degli amminoacidi delle proteine come invece fanno gli animali. L’azoto presente nel suolo ha natura prevalentemente organica proveniente dalla decomposizione di proteine e vi si trova sotto forma di composti minerali, i sali nitrati appunto; l’apparato radicale della pianta assorbe i nitrati con l’acqua in cui si sono disciolti, gli elabora ossidandoli grazie a specifici enzimi prima in nitriti e poi in ammoniaca che la pianta organicherà negli amminoacidi che le sono necessari per costruire le proprie proteine vegetali. Sicché, tutti i minerali presenti nel suolo vengono assorbiti dalla pianta che li utilizza per sintetizzare materia organica polimerica quale carboidrati proteine e lipidi, o per organicarli in composti insieme ad altre molecole organiche da essa stessa sintetizzate come ad esempio le Vitamine rendendo così i minerali inorganici metabolizzabili da organismi animali poiché resi organicati in quanto elementi costitutivi di polimeri organici (Proteine) o in stretta relazione con molecole organiche (Vitamine).
Ecco le 2 formule chimiche opposte comparate:
- Fotosintesi: 6CO2 (Anidride carbonica) + 6 H2O (Acqua) + Luce (Energia) = C6H12O6 (Glucosio=Energia) + 6O2 (Ossigeno)
- Respirazione: C6H12O6 (Glucosio) + 6O2 (Ossigeno) = 6CO2 (Anidride carbonica) + 6 H2O (Acqua) + Energia
Il cibo è elaborato nell’apparato digerente attraverso le reazioni biochimiche catalizzate dall’azione enzimatica durante l’idrolisi, così ottenendo dalla degestione delle macromolecole alimentari di Carboidrati Grassi e Proteine, eppoi da esse molecole elementari di Glucosio Acidi grassi e Ammionoacidi. Quello appena descritto è un processo che parte da sostanze nutritive ricche di energia che vengono scomposte in prodotti finali più semplici e poveri di energia. Questo catabolismo terminale con liberazione di energia si chiama Respirazione cellulare aerobica o Ciclo di Krebs: durante questa reazione ossidativa finale simile ad una combustione in cui l’Ossigeno è il comburente che incendia il combustibile, prevalentemente Glucosio, c’è il rilascio di Energia sotto forma termica (calore) o chimica conservata in molecole di ATP; energia che era stata precedentemente imprigionata e resa organica, perciò metabolicamente viva, mediante la fotosintesi. Il processo di respirazione cellulare utilizza in prevalenza zuccheri, come già detto derivati soprattutto dalla molecola altamente energetica del Glucosio, la cui ossidazione iniziale detta Glicolisi avviene in ambiente anaerobico producendo poca energia (2 ATP) e 2 molecole di Acido piruvico; solo quando viene a contatto con l’Ossigeno il Piruvato entra nel Ciclo di Krebs e qui continua la sua ossidazione ricavando gran parte delle molecole di ATP (36) nella fase finale della Respirazione cellulare chiamata Fosforilazione ossidativa; la Glicolisi accade nel Citosol cellulare mentre il Ciclo di Krebs e la Fosforilazione nei Mitocondri. Se il Piruvato, che rimane pur sempre uno zucchero intermedio, non incontra l’Ossigeno non è destinato ad entrare nel Ciclo di Krebs, ma sarà degradato ad Acido lattico (lattato): catabolita finale tossico del processo fermentativo lattico che, se rilasciato in eccesso nel sangue, il metabolismo non ce la fa a smaltire e il fegato a riconvertire in glucosio. In parte, l’energia chimica è anche ricavata dalla degradazione degli Acidi grassi attraverso reazioni di Beta-ossidazione i cui metaboliti entrano successivamente nella respirazione cellulare.
Solo le piante verdi, il fitoplancton marino, le alghe e certi batteri fotoautotrofi (cianobatteri) sono in grado di organicare il Carbonio atmosferico o disciolto in acqua e trasformare l’energia solare in energia chimica: i vegetali per mezzo della Clorofilla assorbono l’energia del Sole che serve per innescare la fotosintesi che utilizza le molecole inorganiche di Anidride carbonica (CO2) presenti nell’aria e l’Acqua (H2O) piovana e sorgiva per sintetizzare composti organici più complessi come le Vitamine e ricchi di energia come i Carboidrati a partire dagli atomi di Carbonio che si trovano allo stato gassoso: questo tipo di processo anabolico, conosciuto anche come organicazione del carbonio, è l’inverso del catabolismo di genere ossidativo che avviene nell’Uomo e che libera energia da molecole più complesse degradandole a stadi via via più elementari. La pianta sintetizza con il suo sviluppo gli elementi organici (macronutrienti) necessari alla produzione di energia (grassi e carboidrati) e alla crescita del nostro corpo (proteine). Azoto Ossigeno Idrogeno e Carbonio combinati sono elementi strutturali del nostro organismo: le molecole del corpo umano sono costituite nella quasi totalità da atomi di questi 4 elementi chimici che l’uomo ricava dal cibo: proteine sotto forma di amminoacidi, glucidi e lipidi. Personalmente ritengo che il corpo umano possa sintetizzare autonomamente tutti gli amminoacidi di cui necessiti, probabilmente anche gli Amminoacidi definiti come essenziali, esattamente come fa per quelli chiamati non essenziali: anche da qui la necessità salutare di una dieta ipoproteica e non piuttosto di una iperproteica. La proteosintesi vegetale dà origine a proteine con strutture molecolari più semplici per cui gli amminoacidi delle piante e dei frutti sono maggiormente biodisponibili rispetto a quelli di origine animale anche se fossero consumati allo stato crudo, senza quindi considerare il fattore cottura che cambia la struttura molecolare delle proteine tutte e ne impedisce l’assimilabilità da parte dell’organismo.
Insomma, un vegetale contiene tutti gli elementi metabolici energetici e strutturali necessari per la vita dell’organismo umano:
- le Proteine sono legami di atomi di carbonio idrogeno azoto ossigeno;
- i Carboidrati sono molecole costituite da carbonio idrogeno e ossigeno;
- i Lipidi sono anch’essi costituiti da atomi di carbonio idrogeno e ossigeno ma, rispetto ai carboidrati, i grassi presentano più calorie: contengono relativamente più idrogeno e meno ossigeno in quanto il rapporto proporzionale tra i due gas è nei Lipidi più alto rispetto a quello riscontrabile nei Carboidrati, e lo scheletro o catena carboniosa che struttura la molecola lipidica è fatta con molti più atomi di carbonio, dato chimico che rende i grassi alimentari decisamente più energetici degli zuccheri.
I vegetali forniscono anche Micronutrienti sia organici come le vitamine sia inorganici come i minerali, che il nostro corpo non sa per la maggior parte né produrre autarchicamente né fissare e organicare prendendoli dall’aria o dall’acqua, ma che deve necessariamente ricavare dal cibo e rielaborare chimicamente a partire da uno stato materiale già organicato: sostanze come Vitamine e Sali minerali sono molecole essenziali per il nostro metabolismo poichè partecipano come coenzimi e sostrati alle reazioni chimiche di ossidoriduzione, cataboliche e anaboliche, cellulari ed extracellulari, senza concorrere direttamente alla produzione di energia, come invece fanno zuccheri e grassi, e contribuiscono a costruire insieme alle proteine la struttura corporea come nel caso del calcio che costituisce la parte mineralizzata e maggioritaria del tessuto osseo. La molecola della Clorofilla presente negli organelli detti cloroplasti delle cellule delle piante è un pigmento fotosintetico reattivo alla luce solare che è capace non solo di catturare la radiazione luminosa, ma anche di usarla per eccitare i propri elettroni, innescando una serie di reazioni fotosintetiche che portano, tramite l’idrolisi dell’Acqua, alla liberazione di cationi di idrogeno (H+) nello stroma cellulare ed elettroni che attraverso una catena di trasporto portano alla creazione di molecole di ATP (Adenosina trifosfato). La conversione dell’energia del Sole in energia chimica è detta Fase luminosa. I protoni di idrogeno H+ derivati dalla fotolisi delle molecole dell’ACQUA (H2O) vengono usati contemporaneamente per ridurre l’ANIDRIDE CARBONICA (CO2) in molecole di GLUCOSIO (C6H12O6). Questo processo di fotosintesi anabolica autotrofa è detto Fase oscura o al buio e rappresenta l’organicazione del carbonio. Durante la fase luminosa della fotosintesi la pianta consuma CO2 e H2O e produce ossigeno (O2) e ATP; durante quella al buio di fissazione del Carbonio le cellule vegetali utilizzano l’ATP e l’idrogeno (H) ricavati in precedenza per costruire Micronutrienti organici come Vitamine Polifenoli Caroteni, Enzimi e Macronutrienti, in particolare ZUCCHERI, che utilizzano per la crescita e il proprio nutrimento tramite processi ossidativi di respirazione cellulare.
Dunque, dalla rottura della molecola di Acqua con liberazione di energia chimica ATP, che viene appunto immagazzinata organicata nelle molecole di Glucosio, si produce come scarto l’Ossigeno (O2) che la foglia rilascia nell’aria attraverso dei pori, detti stomi. Sempre dagli stomi la pianta cattura e trattiene il Carbonio che è nell’aria legato all’Ossigeno nella forma di anidride (CO2). L’attrazione del Carbonio avviene grazie alla proprietà attrattiva esercitata sull’Ossigeno molecolare che compone il biossido di carbonio aereo dalle molecole di Clorofilla presenti nelle cellule stomatiche che sono poste a formare una fessura sulla epidermide della pianta. Tali cellule usano le note proprietà attraenti della molecola porfirinica che costituisce la Clorofilla – e, similmente, il Gruppo Eme della emoglobina – per portare dentro l’organismo vivente la CO2 dell’aria. Le piante per crescere necessitano del Carbonio, che è l’obiettivo metabolico, mentre l’Ossigeno è il mezzo. Solo una piccola parte del Carbonio fissato viene utilizzato per produrre i Grassi che servono alla pianta per svolgere le proprie funzioni, mentre la maggior parte ha le seguenti finalità:
- è trasformato in molecole di GLUCOSIO (zuccheri) in cui viene immagazzinata l’energia elettromagnetica solare sotto forma di energia chimica ATP;
- viene utilizzato per costruire lo scheletro carbonioso delle molecole che strutturano solidamente il corpo della pianta costituito da carboidrati quali Cellulosa e Amido;
- si combina con l’AZOTO dando origine a sostanze di natura proteica come gli AMMINOACIDI e gli Enzimi.
Il Carbonio fissato nei Carboidrati costituisce la maggior parte della biomassa sia vegetale sia animale, più di quello combinato in Proteine e Grassi. Il Carbonio è la materia della vita!
Un altro modo che l’organismo umano ha per produrre energia metabolica diverso dalla respirazione delle cellule che utilizza ossigeno è una respirazione anaerobica partendo da un substrato di glucosio: si tratta sempre di un processo di tipo ossidativo catabolico basato su reazioni chimiche catalizzate da enzimi sia di origine microbica sia metabolica cellulare che prende il nome generico di Fermentazione. Qui le reazioni di ossidazione o ossidoriduzione avvengono in assenza di ossigeno e portano alla demolizione di sostanze organiche cariche di energia in cataboliti poveri di energia e conseguente produzione di 2 molecole di energia chimica ATP, che è la forma energetica necessaria alla vita cellulare, alla attività di sintesi anabolica delle proteine e catalizzatrice degli scambi elettrici dell’organismo, tantoché la molecola di ATP è considerata un coenzima. La respirazione anaerobica è un metabolismo lattacido che si basa sul processo biochimico energetico di Glicolisi anaerobica, che ossida il Glucosio in ambiente privo di ossigeno: la Glicolisi che accade in assenza di Ossigeno è più conosciuta come FERMENTAZIONE LATTICA. Durante il processo fermentativo si ricava energia dalla rottura dei legami chimici che porta alla degradazione di Acido lattico come catabolita di scarto, anziché Acqua e Anidride carbonica come avviene invece nel Ciclo di Krebs. Le reazioni chimiche di scissione molecolare scatenate dagli enzimi in presenza di ossigeno nel Ciclo di Krebs e la Fermentazione lattica (Glicolisi anaerobia) che avviene in assenza di ossigeno a partire dai Carboidrati sono le 2 principali vie metaboliche catabolico-ossidative che l’organismo umano ha per produrre calorie ed energia. Il meccanismo della Glicolisi che prende parte alla respirazione di una cellula animale è il solito di quello processato dai microrganismi batterici anaerobi (Bifidobatteri e Lattobacilli anaerobi facoltativi) presenti nell’intestino (Colon) e di quel che accade nel tessuto del muscolo sotto intenso sforzo anaerobico, il quale ricava l’energia che gli serve dal Glucosio ottenuto a sua volta dalla degradazione del Glicogeno, un polisaccaride, immagazzinato nella riserva muscolare.
La CLOROFILLA come valido coadiuvante e sostituto della EMOGLOBINA e delle sue funzioni.
Una molecola organica come la Clorofilla è in grado di legarsi all’ossigeno e trasportarlo nei più sperduti distretti del nostro sistema circolatorio; può risolvere stati di anemia ferrosa tanto si presenta simile nella sua composizione all’emoglobina. Difatti, la Clorofilla è una sostanza vegetale che ha una struttura molecolare pressoché uguale all’Emoglobina che, come ben sai, è la proteina costituente i Globuli rossi che gli permette di legare trasportare e rilasciare alle cellule l’Ossigeno respirato, prelevare da quest’ultime parte dell’Anidride carbonica prodotta e spostarla fino ai polmoni per espellerla con l’espirazione. Le due molecole si differenziano solo per un elemento: l’Emoglobina ha uno ione di Ferro al centro del Gruppo Eme, attorno al quale si costruisce la parte proteica della macro-molecola emoglobinica; mentre la Clorofilla ha un atomo, uno ione, di Magnesio nel mezzo del complesso. Sia il Gruppo di Ferro Eme, presente nella emoglobina del sangue animale, sia la Clorofilla vegetale sono composti chimici naturali talmente simili che sono entrambi classificati come Porfirine: molecole non proteiche con al centro cationi metallici che compongono le metallo-proteine. La Clorofilla è, dunque, un pigmento di colore verde e non una proteina, come non lo è il Gruppo Eme; si tratta di una porfirina che, come l’Eme si associa alle proteine costituendo l’Emoglobina nei Globuli rossi, si lega alle strutture amminiche che costruiscono i fotosistemi proteici nelle cellule vegetali. Clorofilla e Gruppo Eme sono analoghe strutture molecolari: similitudine che deve far pensare logicamente anche ad una analogia di funzioni. Anche in virtù della presenza dello ione di Magnesio – elemento minerale essenziale per l’organismo nello svolgimento di una molteplicità di funzioni – al centro della costruzione chimica di una molecola di Clorofilla, si puo capire meglio l’importanza di un adeguato apporto dietetico quotidiano di vegetali di colore verde.
La Clorofilla è quindi anch’essa una metallo-proteina (rappresentano entrambe le cosidette proteine “coniugate”, definite così perché non ci sono solo amminoacidi che le costituiscono ma anche altre sostanze organiche quali le vitamine o – come in questo caso specifico – inorganiche quali sono i metalli) e proprio come l’Emoglobina ha la proprietà di legarsi facilmente all’Ossigeno e di trasportarlo nel torrente sanguigno fino ad ossigenare le cellule i tessuti gli organi. La capacità di attrarre fortemente a sé le molecole di Ossigeno è probabilmente conferita dalla particolare struttura biochimico-elettrica porfirinica, pressoché identica al Gruppo Eme emoglobinico dei globuli rossi. La Clorofilla può svolgere una funzione vicariante della molecola emoglobinica, la può sostituire e integrare nella costruzione della parte solida corpuscolare figurata del sangue di cui fanno parte i Globuli rossi insieme ai Bianchi e alle Piastrine. La clorofilla può davvero coadiuvare l’organismo nella risoluzione di problematiche legate all’Anemia. Tutto torna: espletando la sua vocazione ossigenante, la Clorofilla alcalinizza i tessuti, soprattutto a livello intestinale guarendo la dispepsia e contrastando la disbiosi: aiuta a creare il terreno biologico adatto alla riproduzione dei batteri aerobi che costituiscono la flora batterica “sana” del tubo digerente a discapito di quelli anaerobi che compongono quella “nociva” e prevaricatrice (gli anaerobi se eccedenti sono uno stato anormale indice e fattore di intossicazione ovvero malattia) che ha come prodotto di scarto del proprio metabolismo fermentativo acido lattico e altri metaboliti irritanti e tossici.
Respirare profondamente all’aperto in un ambiente sano ed esporsi al Sole dopo aver bevuto un Succo verde permette al corpo di beneficiare delle proprietà nutraceutiche della clorofilla appena l’acqua biologica che la contiene viene assorbita dall’intestino entrando nella circolazione sanguigna: l’organismo sfrutta fisiolologicamente le caratteristiche molecolari e fotosintetiche del pigmento tantoché si ricarica al meglio di energia solare attraverso pelle e occhi e trattiene nel sangue più ossigeno durante l’inspirazione. La clorofilla modifica in meglio la composizione del sangue favorendo il trasporto e la diffusione dell’Ossigeno nel corpo umano fino all’ultima cellula dei recessi anatomici come pare riescano a fare le più efficaci tecniche di respirazione yoga applicate all’apnea sportiva che ho visto praticare almeno un paio di volte a livello professionale con risultati ammirevoli. Se si riuscisse a coniugare con una certa disciplina respirazione yoga/profonda irraggiamento solare e clorofilla alimentare, ne scaturirebbe un trittico salutare da primato del ben-essere. Consiglio perciò agli sportivi agonisti che fanno free dive di mangiare e bere molta verdura contenente clorofilla per arricchire il sangue aumentando il numero e la dimensione dei globuli rossi cosicché vengano catturate e trattenute percentuali maggiori dell’ossigeno inspirato con la possibilità effettiva di elevarne la concentrazione non solo a livello ematico ma anche tessutale e intra-cellulare.